google-site-verification=fW9ic3r_naxgruDksv5S6Ug4tN6LSm6wUy51njmsY0M BITCOIN moneta virtuale anche nel pignoramento
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I BITCOIN in quanto moneta virtuale potrebbero essere oggetto di pignoramento, ma solo in teoria

Da sempre il diritto non è rimasto indifferente ai mezzi attraverso i quali si eseguono i pagamenti. Al baratto è seguito lo scambio con l'oro, divenuto equivalente universale, per poi passare alla moneta ed al conio. Oggi il mondo è profondamente cambiato e con esso finanche gli aspetti pertinenti gli scambi economici. L'avvento del web ha portato con sé l'e-commerce, la nascita degli store online e, di conseguenza, nuove modalità attraverso le quali eseguire le transazioni. Il bitcoin è una moneta virtuale, utilizzabile solo nel web. Questa risorsa è stata creata nel 2009 e consente il possesso ed il trasferimento di denaro in modo del tutto anonimo a coloro i quali dispongano di un wallet, ovvero di un portafoglio digitale o addirittura possono essere conservati presso terzi la cui funzione non è molto diversa rispetto a quella svolta da una banca. La differenza sostanziale rispetto alle altre valute, oltre alla natura virtuale della moneta, è l'assenza di un ente centrale, sostituito da un database distribuito tra i nodi della rete e che consente di tracciare le transazioni. Tuttavia, proprio il predetto carattere distintivo, unito alla struttura peer to peer, rende pressoché impossibile a qualunque autorità, anche se governativa, di poter bloccare i trasferimenti o finanche di addivenire al sequestro dei bitcoin, laddove non si abbia la materiale disponibilità delle relative chiavi.

Il controvalore

Il valore di ciascun bitcoin, normalmente espresso in USD (United States Dollars) è variabile e pertanto molto difficilmente si potrebbe individuare un riferimento stabile. Al momento in cui si scrive, un bitcoin equivale ad € 1.063,05 e a 1.127,53 USD.

Chi accetta i bitcoin?

Ad oggi i bitcoin sono sempre più diffusi e tantissimi esercizi li accettano in donazione. Si pensi a siti come Amazon o eBay i quali consentono l'acquisto attraverso alcuni intermediari. Celeberrimo è, inoltre, il caso dell'Università di Nicosia (Cipro) la quale accetta i bitcoin come mezzo per il pagamento delle tasse universitarie.

Il "bitcoin mining"

Uno dei caratteri distintivi della rete bitcoin è che la medesima distribuisce un numero di monete in modo del tutto casuale ai client che sono particolarmente attivi nella rete o che contribuiscono alla sua gestione e sicurezza. Quest'attività è normalmente definita "bitcoin mining" ed è mutuata dal "gold mining" (l'estrazione dell'oro). Qualche osservatore, in relazione alla problematica del bitcoin mining, ha rilevato che la probabilità che un utente riceva una ricompensa in monete è subordinata alla potenza computazionale che lo stessa è in grado di aggiungere alla rete (in relazione al totale potere computazionale della rete stessa).

Si possono pignorare i bitcoin?

L'aspetto legale di maggior interesse è quello relativo alla possibilità di pignorare la moneta virtuale e, dunque, di sottoporre le medesime somme ad espropriazione. Giuridicamente nulla osta ad un'eventuale azione esecutiva verso un conto di bitcoin ma, sotto il profilo pratico, non può disconoscersi come l'operazione sia estremamente complicata, rasentando l'impossibilità. Come affermato qualche paragrafo sopra, l'utente che utilizza i bitcoin dispone di un wallet al quale è associato un codice. Ovviamente l'unico che possiede le informazioni de quibus è il titolare e, come sopra cennato, non esiste un ente centrale né tanto meno qualcuno presso il quale effettuare il pignoramento presso terzi.

La giurisprudenza

Ci interessa una sentenza in questa sede, resa dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea in data 22 ottobre 2015, la quale ha rilevato che le attività di cambio di bitcoin in moneta tradizionale e viceversa, rientrano a pieno titolo tra le attività esenti dall'applicazione dell'Iva per le transazioni compiute all'interno del territorio europeo (V. Corte di Giustizia, Sez. V, Causa C-2642014, 22 ottobre 2015). Non sono mancati autori i quali hanno rilevato che questa novità apporterà significativi vantaggi al mercato interno, quindi non ci resta che attendere per ottenerne alcuni parametri di riscontro.

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